giovedì 19 aprile 2012

UN BICCHIERE DI VINO

Se ne stava lì a bersi il suo bel bicchiere di vino e minchia se era 3000 volte più bella lei. Mamma, se non mi mandava fuori soltanto a guardarla.
   Allora Doris spiccicò le prime parole della serata.
   - Sei un maledetto cretino! - disse.
   Io nemmeno l'ascoltai.
   Il problema era che non avevo niente nel portafoglio, nè nelle tasche, nè nelle calzette striminzite.
   - Ma che fai?
   - Non ci ho un soldo.
   - Sapessi la novità.
   - Mi presteresti un 50?
   - Per far che?
   - Insomma... Non l'hai capito?
   - Che tu sia un porco è un bel pezzo che l'ho capito...
   - E allora?
   - Non li vado mica a rubare io i miei soldi.
   E di colpo se ne scappò piangendo.
   Io mi grattai la testa per la figura di merda, ma continuavo a non aver soldi. Figurati se quella statua di cera del mondo a venire si lasciava impressionare da una figura del menga del suo possibile cliente.
   Io comunque la guardavo. Era una potenza della natura. Semplicemente.
   - Ahò, che cazzo guardi? - mi disse lei a bruciapelo.
   - Non ci ha il becco di un quattrino il papero. - disse qualcuno. - E ha pure il fegato di guardare.
   - Lascialo perdere, che quello sembra un tipo pericoloso. - disse un altro.
   Io me ne fregavo, continuavo a guardare finchè ne avevo voglia. E non ci voleva nessun fegato per farlo. Non c'era mica una legge che vietava di guardare una puttana anche se si era senza soldi.
   Solo quando mi stancai di tutta quella cazzata, mi alzai e me ne andai.
   Nessuno disse niente. Comunque io me ne fregavo.
GD ANGELILLO
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