lunedì 30 aprile 2012

POESIO E SUA MADRE

"Capelli Bianchi", pin up pop art by Soldato Rock (blogspot)
   - Sono nato a 40 anni, quando è morto mio padre. Se non moriva, quel poveraccio, gran lavoratore, io non potevo nemmeno cominciare a vivere. - disse Poesio.
   Un seguace della cabala boema. Seguace della cabala più intricata del mondo. Seguace di quel Leone del Golem per intenderci.
   E con noi c'era Andrea Englander. Come cialtrone non è che mi piacesse molto. Ma mi ci ero affezionato nonostante tutto come a un mio  migliore amico.
   Per strada con la mia solita valigia piena di spaghetti Divella a cercare un nuovo alloggio. A quel tempo mi portavo sempre dietro una macchina da scrivere da anteguerra, pesante come un demonio.
   Stava aspettando la sua tipa il bonaccione neonato, poppante e fuori di testa. Noi non vedevamo l'ora di telare invece... Quando d'improvviso arrivò una stangona, bellissima e giovanissima, ma con tutti i capelli bianchi. I capelli bianchi di una vecchia. Forse anche lei era nata a 50 anni, anche se non li dimostrava.
   Ci bloccammo distratti da quella improvvisa apparizione fantastica e perturbante allo stesso tempo. Ci dimenticammo persino che dovevamo cercar casa, altrimenti a notte  avremmo dormito all'addiaccio.
   La pensione dei Barlettani a Piazzale Lotto era proprio l'ultima risorsa.
   - Vi presento mia madre. - disse il matto.
   Noi spalancammo gli occhi per la meraviglia.
   - Ma che? Ci prendi in giro? - disse Englander.
   - No, nient'affatto. Io sono stato generato a questo mondo da lei che mi ha amato per la prima volta nella mia vita.
   - Ehi! Ehi! Ma che affare è questo? Riavvolgi il nastro per favore. T'ha messo al mondo una donna che a occhio e croce ha la metà dei tuoi anni? - si stupì Englander.
   - Esattamente. - disse Poesio, il matto.
   Noi scoppiammo a ridere.
   - Sei completamente pazzo ma anche un dritto parecchio formidabile. - disse Englander.
   - E' tutta fortuna. - dissi io.
   - Beh, ragazzi, ora devo andare. - disse lui.
   Capelli Bianchi ci sorrise e ci affondò.
   Noi invece dovevamo darci da fare di brutto se non volevamo rimanere a piedi per la notte, infatti la sera già avanzava a larghi passi.
GD ANGELILLO
http://www.books.google.com/

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