venerdì 20 aprile 2012

I SOLDI LI PERDE CHI CE LI HA


Giuseppe D'Ambrosio a 16 anni alle Casermette di Acquaviva, dopo una partita di calcio tra amici
 Vincite zero.
   Nessuno che ci badava a queste occhiatine nel buco del culo della fortuna. Ognuno carezzava il suo gallo di ceramica sul comò, quello della rivoluzione francese per intenderci, e si mandava un bacio alla luna, per un miglior prossimo avvenire, per tutti naturalmente, nessuno escluso. Si guardava la fotografia dell'amore in sudtirolo, forse già in viaggio come tante per New York, e auguri alla canzone di Guccini, quella che diceva sempre: Vedi, cara, e se non vedi accendi la luce...
   La foto di lei che sorrideva e non guardava. Quella di quando tutti i termosifoni erano spenti per la crisi del petrolio e noi si era tutti abbracciati l'uno all'altra per farci più calore, e magari pure farci all'amore.
   Vinto mai niente io, nemmeno una bottiglia di grappa al luna park. Si giocava a pallone alla rinfusa, chi vinceva vinceva, tanto si giocava sempre tutti insieme, e le schiappe ce le dividevamo equamente tra di noi, così tanto per non far sentire escluso proprio nessuno, e in special modo noi stessi, che eravamo gli ultimi e senza la fisima assurda di diventare primi. Sì, primi alla corsa del panzerotto fritto...
   Mille traslochi e sempre solo con noi la borsa piena di spaghetti Divella che ci aveva propinato nostra madre, che non si soffrisse la fame almeno, nella grande città.
   - Ho perso i soldi.
   - Minchia, hai perso i soldi? E quanto hai perso?
   - Duecento lire.
   - Ma vaffanculo! Manco i soldi per comprarsi un giornale pornografico!
   - E cosa volevi? Che perdevo un miliardo? Un morto di fame come me?
   - Già, chissà cosa mi hai fatto credere.
   - Ehi, abbiamo sbagliato tram...
   - Già, per pensare a tutte le tue speculazioni in borsa andate così a male son 50 volte che stiamo sbagliando tram!
GD ANGELILLO
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