- Mi disprezzerai se ti mollo. - disse lei. - Voi maschietti fate sempre così. Invariabilmente. E' la vostra maniera moscia di reagire al rovescio.
- Ma che dici? Se sei figa sei figa. Mica cambi se vieni con me o vai con un altro. - dissi io con gran fare signorile.
L'avrei squartata con un coltello da macellaio se invece davo ascolto alla voce della bestia che era dentro di me.
- Sei sicuro di quel che dici? - fece lei.
- Beh, se devo ammettere: un pò di merda me la stai facendo mangiare. - dissi allora io.
Ormai la storia era andata a puttane, come si suol dire. Solo che non sapevo indicare con esattezza se la puttana era lei o proprio io.
Fallito su tutta la linea anche stavolta con le femmine. Mi spostai sulla sedia per darmi un pò di tono, presi una rivista di poesia e mi misi a vedere chi era il bacchettone di turno che si faceva rompere le corna dalla Musa. Uno scoppiato qualunque. Un tipo vecchio come il cucco che sprizzava scarogna da tutti i pori. Buttai la rivista di lato e pensai alle scarogne mie.
- E ora che farai? - mi chiese lei, senza manco sapere dove andava a parare con una domanda fasulla come quella.
- Beh, se devo essere sincero continuerò a pensarti. Forse pure per spararmi qualche segone su di te.
Lei scoppiò a ridere e mi sfondò il petto con il tronco di quercia del suo stupendo sguardo.
La sua bellezza imperiale mi fece sentire un verme, nel mio umile buco di essere inconsistente.
GD ANGELILLO
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