Castello Normanno di Acquaviva |
Anch'io cercavo divertimenti a quei tempi. Quando avevo 16 anni voglio dire. Io sono un tipo maldestramente allegro. Solo che a cioccolate da regalare sono un pò a terra. Così mi diedi alla pallavolo, al cinema e ai fumetti spinti contemporaneamente.
I miei amici non mi capivano. Io cercavo di fare il mio meglio per restare il più possibile incompreso. Mi trovavo meglio così.
Al paese a quei tempi, ma credo ancora adesso, tutti parlavano invariabilmente di sesso.
- Da quanto non fai?
- Minchia, io non ho mai fatto nella mia vita!
Mi ricordo che un mio amico, Donato il Padovano, disegnò una figa e un bambino che se ne usciva fuori e lì ci scrisse: "Peppino Amalostia, l'ultima volta che ha visto una figa". Il bello fu che fece questa eccelsa opera d'arte proprio vicino al citofono di casa di Peppino Amalostia, nell'attesa che scendesse per andare a giocare al biliardino. Quando Peppino scese e vide lo scempio si incazzò come una iena e per quel pomeriggio si rimase senza giocare a biliardino.
Tutti calmi, in attesa di andare all'Università di New York per conquistare il mondo, e tutte le sue donne, è naturale. Non ci fossero piaciute le donne ma chi ci avrebbe mai pensato di andare all'Università? Per andare a vedere le barbe canute dei professoroni non di certo.
- Che vai a studiare?
- Ginecologia. Sai, voglio prendermi la specializzazione in ficologia.
- Ma credi di essere spiritoso, mona?
- Macchè! Mai stato così serio in tutta la mia vita.
Tutti figli di contadini, di macellai, di pastori ladri. Ma sapevamo tutti Platone a memoria. In greco per sovrappiù. Scherzavamo con tutto ma non con i libri. Ce ne mangiavamo a colazione 3 o 4. Tutte le mattine, in attesa di prendere il treno per il Liceo di Gioia.
GD ANGELILLO
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