- Come ti butta, Joseph?
- O mi butto io o mi buttano gli altri. L'alternativa non è molto rallegrante.
- Beh, almeno tu non sei mai stato un tipo eccessivamente da farci quattro risate in tranquillità.
- E tu mica da impararci la grammatica.
- Che vuoi dire?
- Ognuno ha le sue fasullaggini.
E con questo la conversazione era troncata.
Lui grugnì come un porco e poco mancò che ruttasse pure.
Un tipo alla mano come un altro. Io pure.
La verità era che manco volevo parlarci. Ma quando ci condividi una stanza non è che si abbia abbastanza coraggio di starsene tutto il tempo zitti.
- Beh, ora mi metto a dormire. - disse lui.
- Mi sembra una buona idea. - dissi io.
Non è che non mi restasse più niente da fare con lui a ronfare. Anzi.
Si ficcò nel letto e si accucciò come un cane.
Io mi misi una coperta addosso e mi passai una mano sulla faccia.
Avevo la barba di tre settimane. Mi conveniva che me la crescessi del tutto. Mi massacravo con qualsiasi rasoio. Come con qualsiasi ragazza.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
http://www.books.google.com/
domenica 18 marzo 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento