POESIA
Si impara a resistere perché a non resistere
si mette il mondo nelle loro mani
e loro sono meno di
zero.
resistere significa semplicemente tirare fuori i coglioni
e meno sono le chance
più dolce è la
vittoria.
si dice che si deve lottare per la propria
libertà.
questo lo so.
solo che non ho lottato contro i giapponesi, gli italiani, i tedeschi
né i russi
per la mia libertà.
ho lottato contro gli americani: i genitori, i cortili di scuola,
i capi, le donne di strada, gli amici, il sistema stesso.
non c’è fine, è ovvio, alla lotta.
nuove avversità arrivano come un treno in orario.
forse non sarà più il mattino del doposbronza né
la catena di montaggio in fabbrica
ma la perfidia, l’inganno e la falsa speranza li
sostituiscono.
credo che siamo sotto esame anche mentre
dormiamo, e spesso diventa tutto così letale
che possiamo solo esorcizzarlo a risate.
per resistere ci vuole un po’ di fortuna, un po’ di sapienza
e un ragionevole senso dell’umorismo
perché chi ha freddo ha ancora più freddo,
chi è forte è ancora più forte,
chi era coraggioso è meno coraggioso e
noi possiamo soltanto
meditare sul fatto che
l’elefante se ne sta silenzioso nella foresta in attesa di morire,
che gli uomini falliscono ripetutamente ripetutamente
ripetutamente,
che il prete dimentica le preghiere,
che l’amore può trasformarsi in follia,
o che la pioggia fredda infradicia la tomba
di Mozart.
è alla faccia di queste
e di così tante altre cose che
alla fine si impara a
resistere.
Charles Bukowski
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